Oh, right, right with the bones!

27 gennaio, 2018 | 55 commenti

Nell'episodio 7 della prima serie di Futurama, Fry deglutisce inavvertitamente l'imperatore Bont del pianeta Trisol, popolato da corpi acquatici alieni, succedendogli al trono. Ma Bont, contrariamente alle apparenze, non è morto. Continua a vivere nel corpo di Fry e da lì invita i suoi sudditi a squarciare l'involucro umano che lo tiene prigioniero. Assediato dai trisoliani armati, Fry chiede aiuto al dott. Zoidberg, lo stravagante medico-mollusco di bordo, il quale lo rassicura:

- Rilassati, Fry. Basterà frullarti in una centrifuga ad alta velocità per separare il fluido più denso di Sua Maestà.
- Ma così non mi romperò le ossa?
- Ah giusto, le ossa! Mi dimentico sempre delle ossa.

La scena mi è ritornata in mente leggendo un articolo recente del Sole 24 Ore che, dice nel titolo, «Se tutti pagassero le tasse il debito pubblico si estinguerebbe in 18 anni».

Ora, so che è difficile. Ma invito i lettori a non soffermarsi sul fatto che i titoli di debito pubblico hanno una scadenza e che non rinnovarli per «estinguerne» il montante equivarrebbe a sottrarre allo Stato italiano 2.250 miliardi, catapultandolo nel Quarto Mondo. Non sono queste ovvietà - forse non tali per il nostro principale quotidiano economico - che qui ci interessano. È invece l'ipotesi magica sottostante: che il debito pubblico italiano, e quindi anche la necessità di ricorrervi obbligatoriamente per finanziare i servizi dello Stato, e di rinunciare a quei servizi e di liquidare tranci di patrimonio collettivo per ammansire i tassi di interesse, non è il problema. Che nel sistema non c'è nulla di sbagliato, va anzi bene così. Il problema («Oh, right, right with the bones!») sono invece gli italiani: sono gli esseri umani.

I quali, spiega l'autore citando una ricerca universitaria, «nelle statistiche... in media si abbassa[no] il reddito del 15%». E poiché «la propensione a mentire è coerente con l’inclinazione a occultare i redditi anche nelle dichiarazioni fiscali», sottraggono ogni anno al fisco «tra 124,5 e i 132,1 miliardi». Se invece facessero ciò che non esiste nella realtà umana e che non è mai accaduto in nessun luogo e in nessuna epoca al mondo, se cioè pagassero tutti le tasse (a parità di gettito, ma rinunciando a duemila e passa miliardi di stimolo pubblico: altro che Futurama!), allora sì, il sistema girerebbe senza intoppi, più liscio dell'olio.

Peccato allora per quello sgradevole dettaglio: le persone. Con le loro debolezze, i loro bisogni, le loro paure. Le loro bugie. Negli stessi giorni, un giornalista della stessa testata riformulava lo stesso concetto, dell'inaffidabilità umana, scrivendo di tecnologia blockchain: «Perché alla fine la #blockchaintechnology prenderà piede nella società? Perché l'essere umano sa che in fondo non ci si può fidare di lui. Meglio quindi delegare la trasparenza e tracciabilità dei contratti a una tecnologia». Riformulando: la valutazione dell'affidabilità di una fonte è un bisogno umano, ciò che lo rende libero e discriminante. Quindi? Archiviamo quel bisogno delegando le fonti a ciò che è (nominalmente) non umano.

***

Questi esempi non hanno nulla di speciale, se non nel fatto di esprimere forse più nitidamente di altri un'idea dominante, di un agire politico dove gli esseri umani non sono più i beneficiari e la misura delle decisioni, ma il fattore che le scombina, il corpo estraneo che inceppa il meccanismo di progetti altrimenti infallibili. Non i destinatari naturali di un bene, ma i nemici naturali del bene. E in quanto tali, da disinnescare, sconfiggere e costringere nei ranghi di una norma tecnica che risponde a sé stessa e aspira a realizzare sé stessa.

Su questo blog ci siamo imbattuti spesso in questa inversione, il cui raggio d'azione non si limita alla teorie economiche ma tocca tutti gli ambiti delle scienze sociali: dal lavoro alla gestione dei flussi migratori, dalla geopolitica alla medicina. Per i più psicologici, è il consolarsi dell'impotenza di realizzare i propri sogni nel mondo con l'illusione onnipotente di piegare il mondo a quei sogni. In punto di logica è lo shift causale con cui il soggetto agente proietta i suoi fallimenti nell'oggetto. È il siparietto dell'astronomo pasticcione che inveisce contro il cielo stellato perché il sole, contrariamente ai suoi calcoli... non splende a mezzanotte.

Quando fu chiamato a salvare le finanze pubbliche dalla speculazione, il prof. Monti chiarì fin da subito che non avrebbe mosso un dito per fermare le pretese e gli attacchi degli speculatori. Perché il problema era anzi la scarsa compliance delle vittime, sicché si augurò in un'intervista che il suo governo potesse «aiutare gli italiani a modificare la loro mentalità». Ma il vizio non è un'esclusiva di chi serve il capitale. Con simmetrica forza ne seduce anche gli antagonisti più fieri. Secondo i quali, ad esempio, l'ingresso di milioni di persone dall'Africa rappresenterebbe un'occasione di arricchimento politico e culturale, se non l'avanguardia di un'emancipazione globale degli ultimi. Che sarebbe un obiettivo servito sul piatto d'argento della storia se solo («right, with the bones!») le persone non lo schifassero perché egoiste, ignoranti, diffidenti, naturalmente razziste. In entrambi gli esempi, si esalta il proprio ideale postulando l'indegnità dell'altrui reale.

***

Per essere davvero pedanti, distinguiamo tre fasi nell'arco di vita delle teorie politiche fallimentari. Al loro esordio (fase scientifico-predittiva) si propongono al pubblico sotto le spoglie di una legge meccanica e lo seducono con la scarna eleganza delle loro formule. Poi, se ammesse alla prova, ai primi inevitabili inciampi si arricchiscono di una sovrastruttura dialettica vieppiù ponderosa per giustificare l'obiettivo mancato (fase apologetico-moralista). Da qui si avviano alla terza e ultima fase. Schiacciate dalle contraddizioni e dai fiaschi, e abbandonate le pretese scientifiche degli inizi, tentano la via disperata: di avverare sé stesse con la violenza sostituendosi alla realtà che ne ha impedita la dimostrazione (fase autopoietico-normativa). In questo stadio terminale si consuma il trapasso epistemologico dalle ipotesi descrittive del metodo scientifico alla pretesa normativa di quello pseudoscientifico. Le leggi tradite dall'esperimento diventano leggi dello Stato, superiores non recognoscentes et sibi principes. Il sole splende di notte per decreto. Due più due fa cinque: così urlava, sotto le torture di un funzionario ministeriale, il protagonista di 1984.

Oggi le finzioni della prima fase sembrano ormai archiviate. Nessuno, ad esempio, si sogna più di dimostrare numericamente i pregi della «austerità espansiva», laddove però tutti continuano a difenderne i fondamenti normativi ricorrendo all'artificio su descritto, di addebitarne i fallimenti a chi la subisce (fase 2). Delle tecniche di questa apologia ci siamo largamente occupati in passato: qui una tassonomia, qui un'analisi del moralismo che le fonda, qui un libro sulle favole di cui si ammanta. Alla luce di quanto scritto, possiamo solo integrare quelle riflessioni osservando come il furor apologetico-moralista interessi in un primo momento categorie precise di soggetti (i giovani, i vecchi, i disoccupati, gli statali, i piccoli imprenditori ecc.) per poi tendere alla cittadinanza tutta in quanto umanamente debole e, quindi, all'umanità in sè.

Mentre i commentatori si attardano sulla fase centrale, i decisori si inoltrano con passo deciso nell'ultima, quella terminale e violenta. Ne Il socialismo dei ricchi le formule della privatizzazione e del mercato «libero» non le realizza la mano invisibile e discreta di Adamo Smith, ma il braccio armato di un legislatore sempre più asfittico e autoritario, grottescamente acconciato da «Stato minimo». Nella recente vicenda delle vaccinazioni obbligatorie, i dubbi sulla loro opportunità sono stati risolti... obbligando medici e pazienti a non porseli, stabilendo d'autorità «l’assenza di effetti negativi sul sistema immunitario e l’assoluta mancanza di legame tra vaccinazioni e altre malattie» (Federazione dell'Ordine dei Medici, 2016) e sequestrando il metodo scientifico nelle segreterie dei partiti. Siamo ormai avanti, molto avanti. Nella campagna elettorale in corso, i messaggi delle autorità sono veri d'ufficio e chi li nega può essere segnalato alla Polizia.

Sicché le due fasi non sono solo conseguenti, ma anche complementari. Osserviamo, ad esempio, come al citato articolo sull'infedeltà fiscale de «gli italiani» facesse eco due giorni dopo su Repubblica un rabbioso dodecalogo anti-evasione dove, tra obbligo di fatturazione elettronica, divieto di transazioni in contanti, presunzioni di reddito, inasprimento del prelievo, degli adempimenti e dei poteri d'indagine, mancava solo la fucilazione dei reprobi. Riuscirebbe questa ulteriore violenza a risollevare le sorti economiche della Nazione? Evidentemente no, dati i precedenti. Ma un'idea frustrata è come un amante respinto in preda alla follia: non si rassegna, aggredisce chi lo ostacola, perseguita chi gli si nega. Fino a odiarlo, fino a distruggerlo.

***

Il disagio di un'umanità che non tollera più l'umano è evidente, è in definizione. Dalle stanze dei pensatoi new age il transumanesimo si trasmette alle masse e diventa norma di pensiero. Ma per una nemesi che sarebbe anche comica, il sogno prometeico (luciferino) di esautorare le debolezze degli uomini produce l'incubo inverso di liberarne le forze più infantili e bestiali. Per imporre la perfezione della macchina chiama a sè dapprima gli spettri del castigo, della colpa e della vergogna ripescandoli dai terrori dell'infanzia, poi, tolto ogni freno, la violenza tout-court dove la ragione è del forte, la verità delle armi. E ancora, affidando il veicolo di quel perfezionamento degli uomini... ai prodotti degli uomini - le tecnologie, le teorie politiche ed economiche, il mercato, «la scienza» - li riporta alla superstizione del feticismo e, quindi, alla persecuzione della minoranza eretica che con la sua diffidenza allontana i favori dell'idolo.

Sicché, parafrasando Nietzsche, il transumano è troppo umano. Nel fare strame dei compromessi psicologici e culturali per accogliere un immacolato virtuale, rimuove anche il freno di una faticosa saggezza - perché anch'essa perfettibile, incerta, irriducibile al numero - che nei millenni si è fatta carico di arginare gli istinti più bassi, le paure ancestrali e la legge della foresta.

Meglio allora rassegnarsi al limite? E che ne sarà, che ne è stato, dirà il progressista, del progresso? La domanda si risponde da sé invertendone i termini: se il «progresso» si colloca fuori dall'umano, tutto ciò che è umano diventa «limite» e impedimento. Con il doppio esito di distruggere l'esistente per dare spazio ai fumi delle proprie visioni (rottamazione, mito della radicalità, nichilismo) e quindi anche di sterilizzarne le risorse possibili. La «mentalità» italiana che quel signore di Varese voleva «modificare» in pochi mesi era invece il patrimonio di una civiltà, quella che aveva giurato di servire, da coltivare umilmente per valorizzarne le parti migliori. E la renitenza delle forze produttive a un sistema di finanza pubblica distruttivo e asservito all'usura è forse, più che un bacillo, un segnale di allarme o un anticorpo. E non è transumanizzando i contratti che li si rende più giusti. Nè si rendono più aperte le comunità sbeffeggiandone radici e identità comuni, su cui insistono invece le premesse dell'apertura reciproca. Né si risolve la dialettica tra i sessi annacquandoli nella moltiplicazione, né quella tra le nazioni cancellandone i territori e le leggi, ecc.

Siamo fatti di ossa. Le ossa si spezzano e si ammalano, ci sostengono nel mondo fisico. Le si può usare per correre e nuotare, ma agli abitatori del terzo millennio non basta. Ne temono la fragilità e le anchilosi sicché, come Zoidberg, ci hanno l'idea di frantumarle, di frantumarci, per estrarre l'alieno invincibile e liquido che ci deve salvare.

Resterà loro (e di loro) poltiglia.


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Fondazione Elia Spallanzani 21 marzo, 2018 21:41

Qualcosa che ha vagamente a che fare con quanto scrivi: https://eliaspallanzanivive.wordpress.com/2015/06/19/umano-transumano/

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Il Pedante 22 marzo, 2018 16:41

La ringrazio, vi ho trovato molti spunti utili. In particolare la chiusa, che auspico sarà sviluppata, contiene lo stesso pensiero espresso nel mio articolo, pur arrivandoci da premesse (o meglio: tipo di premesse) differenti.

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Ezzelino 24 febbraio, 2018 16:57

L’esigenza umana di avere delle norme collettive, non trovando più soddisfazione nelle leggi di uno Stato sempre più evanescente, si riversa sull’unico soggetto che oggi si dimostra in grado di stabilire un ordine, cioè il neo-liberismo economico. Purtroppo però la microeconomia postula come assioma che il consumatore agisca in modo razionale, il che è falso, visto che i consumatori sono esseri umani. Dunque l’odio verso l’irrazionalità degli esseri umani è necessaria per salvare i fondamenti microeconomici, a loro volta necessari per soddisfare l’esige di regole. E la “scienza economica” diventa sempre più da “descrittiva” a “normativa”, un surrogato, un sotto-prodotto delle leggi nazionali. Per questo, se l’elettrone non si comporta come prevede la teoria, allora la colpa è dell’elettrone. La ringrazio per la fatica che fa tutti i giorni.

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Andrea B. 18 febbraio, 2018 19:10

Buongiorno,

vorrei invitarvi a leggere anche questo articolo dell'Avv. Marco della Luna

http://marcodellaluna.info/sito/2017/02/28/stato-illegale-e-antisociale/

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roberto buffagni 07 febbraio, 2018 10:32

Mi permetto di segnalare quel che ho scritto, dopo averci pensato un bel po', intorno ai fatti di Macerata. Se preferisci non pubblicare, nessun problema. Grazie comunque.

http://italiaeilmondo.com/2018/02/07/intorno-ai-fatti-di-macerata_-non-ce-piu-religionedipende-di-roberto-buffagni/

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roxgiuse 09 febbraio, 2018 14:19

Gentile @roberto buffagni, contributo di grande intelligenza. Apre la mente alla relativa riflessione.

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roberto buffagni 10 febbraio, 2018 19:23

Gentile @roxgiuse,

grazie mille.

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gengiss 06 febbraio, 2018 17:25

Micheà diceva bene che l'economicismo capitalista, al pari delle altre utopie totalitarie, riscontrando nella realtà continue smentite dei propri modelli teorici, deve immaginare e creare un "Uomo nuovo" (o post-uomo in questo caso)

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Il Pedante 06 febbraio, 2018 18:17

Ricorda in quale libro?

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gengiss 07 febbraio, 2018 10:26

Il libro è "Il vicolo cieco dell'economia" . Micheà aveva capito tutto con vent'anni di anticipo

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Mary 06 febbraio, 2018 16:42

Ma prima o poi riusciremo a liberarci di questa gente?

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Joel Samuele Beaumont 04 febbraio, 2018 20:06

La seduzione è sempre il meccanismo che fa leva sull’ego, convincendoci che con certi strumenti avremmo più libertà di vario genere:

- di movimento

- di poter acquistare cose

- di tipo sessuale

- di poter soddisfare tutte le nostre fantasie

- di avere più successo degli altri (anche se questo razionalmente significa che gli altri ne debbano avere per forza di meno)

- di conquistare la visibilità

Senza renderci conto, che invece siamo intrappolati in una macchina, che ci seduce, e allo stesso tempo crea le condizioni per le quali vogliamo un certo tipo di cose.

Si potrebbe tornare ad un mondo più semplice, ma il tornare indietro non è possibile.

Si dovrebbe capire perché ci siamo fatti sedurre, e una volta compreso ciò, sarà più facile uscire dalla macchina. E sarà più facile non farci sedurre dall’idea che la tecnologia sia necessariamente un progresso.

Anche perché, è abbastanza dimostrato che il fatto di avere quasi tutti uno smartphone, un PC, non ha certo contribuito ad un miglioramento dell’ambiente umano, che oggi delega alla soluzione dei propri problemi, la creazione di una nuova APP digitale, o il trasferirsi in massa su un altro social network.

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Mario M 03 febbraio, 2018 13:28

L'articolo apre con il tema del debito pubblico. Tutti gli Stati presentano un debito; dai dati forniti da wikipedia quello del Giappone è più del 200%, mentre quello della Corea del Nord è meno dell'1%. Il debito, nella moderna economia, cioè dalla istituzione della Banca di Inghilterra, è costitutivo per la presenza della moneta, quindi ineliminabile dalla finanza attuale. Massimo Amato e Luca Fantacci hanno indagato la storia della finanza per fare emergere il deficit di consapevolezza circa la natura e la costituzione della moderna moneta, con due importanti studi, anche di notevole pregio letterario: La Moneta - Storia di un'Istituzione Mancata, La Radice di una Fede. Più sinteticamente, l'articolo di Biagio Bossone e Massimo Costa, La Moneta è Capitale o Debito di chi la Emette?, denuncia questa situazione ambigua, che crea fenomeni di signoraggio poco trasparenti, già denunciati dal giurista Giacinto Auriti.

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EpifanioG 31 gennaio, 2018 20:11

Analisi ineccepibile, caro Pedante. Ma poi, al di là di tutto, nessuno al Sole 24 Ore è sfiorato dall'idea che eliminare il debito pubblico è un'idiozia? O forse, nella loro bella idea di ""stato minimo" c'è (io temo di sì) la gente che muore per strada d'inedia? Il liberismo porta a questo, alla fine.

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Emiliano Allegrone 31 gennaio, 2018 19:39

Grandissimi complimenti per questo post e per la concretizzazione, informata, ragionata e ben organizzata, di quelle che per noi poco "studiati" utenti sono sensazioni tratte dall'analisi diretta dei comportamenti quotidiani, che incontriamo ogni giorno lavorando a contatto con questa brutta umanità, specialmente italiana. È da pochi anni, lottando con il mondo del lavoro vero, reale, materiale con persone vere, reali, materiali, che sto cambiando visione da un'abitudine all'utopia, alla ricerca del sistema perfetto, all'intolleranza per l'imperfezione, verso un'ottica come questo post, dove è l'essere umano a dover essere padrone del sistema e non il contrario.

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MAURIZIO GASPARELLO 31 gennaio, 2018 01:16

Sempre in tema di V.D.I. (Violenza Digitale Istituzionalizzata) l’abolizione della scheda carburanti dal 01/07/2018 è un altro piccolo segnale di un grande cambiamento in atto: allego documentazione tecnica, altrimenti non ci si crede… questi pazzi stanno usando la rete telematica (sempre più simile ad una ragnatela) per creare un sistema panottico di controllo centralizzato su ogni nostra più piccola mossa, una sorta di strategia della tensione calata nella vita quotidiana.

Spero veramente che Borghi e Bagnai, se andranno al governo, si ricordino di fare tabula rasa di tutte le follie fiscali partorite dal golpe monti in poi.

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2018-01-26/partite-iva-luglio-addio-scheda-carburante-risposte-telefisco--222357.shtml?uuid=AESqhwpD&cmpid=nl_7+oggi_sole24ore_com

Partite Iva, da luglio addio alla scheda carburante



Mancano pochi mesi. Dal primo luglio del 2018 i soggetti titolari di partita Iva dovranno dire addio alla cara, vecchia scheda carburante. Lo ha stabilito la legge di Bilancio 2018 (legge n. 205/2017), fissando un principio semplice, ma di grande impatto per la vita quotidiana di migliaia professionisti e imprese: le spese di carburante per autotrazione diventeranno, infatti, deducibili solo se sostenute tramite carte di credito, carte di debito o carte prepagate. Con relative difficoltà applicative.

Cosa cambia dal primo luglio. Dal primo luglio si dovrà dire addio, insomma, alla scheda e ai timbri, dando grande spazio alla moneta elettronica. Con l’obiettivo di contrastare l’evasione. Perché i soggetti titolari di partita Iva non potranno più dedurre il costo relativo all’acquisto di carburante, né detrarre la corrispondente imposta sul valore aggiunto utilizzando il semplice contante.

La fatturazione elettronica. E non finisce qui. Sempre a partire dal primo luglio 2018, infatti, la stessa legge di Bilancio prevede che gli acquisti di carburante per autotrazione effettuati da partite Iva presso gli impianti stradali di distribuzione dovranno essere obbligatoriamente documentati con la fattura elettronica. In pratica, sempre in chiave anti-evasione, diventa onere del benzinaio tutte le volte che effettua un rifornimento a un soggetto dotato di partita Iva emettere la fattura elettronica.

Il credito di imposta. Per chiudere il cerchio, infine, è prevista l’introduzione di un credito d’imposta pari al 50%, del totale delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate, a partire dal primo luglio 2018 tramite sistemi di pagamento elettronico. Il credito d’imposta sarà utilizzabile solo in compensazione tramite modello F24, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di maturazione.

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Mary 06 febbraio, 2018 16:46

Gentile @MAURIZIO GASPARELLO, qui nei nostri atenei stanno facendi sparire la carta, I libretti, I registri. Siamo nelle mani degli informatici. Vendono programmi che non funzionano, li cambiano spesso per farne comprare altri, spiano gli iscritti agli esami e le carriere degli studenti.

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Maurizio Gasparello 09 febbraio, 2018 02:06

Gentile @Mary,

quando arriveranno al voto elettronico faranno Bingo!

Da parte mia, conservo come una reliquia il libretto universitario con la copertina in similpelle rossa, con annotati a mano tutti gli esami debitamente sottoscritti dai Docenti o dai loro Assistenti (con alcune firme davvero prestigiose... avendo evitato quelle - non tanto prestigiose - di Monti, Mercedes Bresso e Fornero: ma questa è stata fortuna)

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Mary 17 febbraio, 2018 19:16

Gentile @Maurizio Gasparello, prego per la famosa tempesta magnetica che mandera' in malora tutto il sistema.

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MAURIZIO GASPARELLO 31 gennaio, 2018 01:06

Buongiorno,

Segnalo che il “rabbioso decalogo anti-evasione” è già in avanzata fase di realizzazione: se n’è accorto persino il Sola 24 Ore, con un articolo che inizia bene e finisce malissimo (da qualsiasi parte la si giri, la Violenza Digitale Istituzionalizzata – V.D.I. – con la quale ci stanno sapientemente ritagliando addosso la camicia di forza, viene sempre fuori).

Fonte: http://www.quotidianofisco.ilsole24ore.com/art/accertamento-e-contenzioso/2018-01-22/quell-illusione-ridurre-sommerso-l-e-fattura-220841.php?uuid=AEKBBEnD

Quell’illusione di ridurre il sommerso con l’e-fattura

di Giovanni Esposito

L'obbligatorietà della fattura elettronica per tutti i contribuenti dal 1° gennaio 2019, al fine di diminuire la piaga dell'evasione fiscale e contributiva, stimata in Italia a 100 miliardi di euro l’anno, rischia di aumentare i costi per aziende e professionisti onesti, in difetto di un sensibile beneficio per la collettività, salvo immaginare che sia largamente diffusa la prassi, da parte degli operatori economici, di emettere fatture cartacee per poi cestinarle senza registrazione in contabilità. Solo in tale ipotesi, infatti, vi sarebbero sensibili guadagni in termini di emersione di base imponibile e gettito; ma così non è perché la stragrande maggioranza (nessuno nega che in termini residuali vi siano contribuenti “cartiera”) dell’evasione è perpetuata da chi non emette alcun documento e, sovente, non ha neanche la partita iva. In altri termini, l’occultamento dei proventi al fisco viaggia si sulla carta, ma su quella della moneta più che della fattura.

Secondo i dati statistici resi noti dalla Banca d’Italia e l’Uif, con i Quaderni dell’antiriciclaggio dell’Unità di Informazione Finanziaria, nel 2016 da conti e depositi, sono stati effettuati in contanti, versamenti per 195,049 miliardi di euro e prelevamenti per 14,385 miliardi di euro. A cosa sono servite queste provviste di denaro, passate di mano in mano più volte, se non anche a comprare droga, corrompere, pagare in nero e riciclare?

Chiunque rispetti le norme fiscali e penali, al netto di qualche somma irrisoria, non ha alcun bisogno di contante. Pagare con il bonifico o carta di credito è comodo, semplice e non certo più pericoloso di allontanarsi da uno sportello bancario o postale con il gruzzolo della pensione in tasca.

Obbligo per obbligo, invece di imporre l’emissione di documenti tracciati, non sarebbe più utile indurre un ridimensionamento dell’utilizzo della carta moneta? La limitazione del denaro liquido potrebbe costituire la soluzione per scardinare, alla radice, corruzione, evasione e riciclaggio. Senza contare i vantaggi indiretti rappresentati dall’eliminazione dei costi per la gestione di banconote e monetine, quali apparecchiature, assicurazioni, furti, trasporto, personale, perdite, sicurezza, stoccaggio e vigilanza, stimati in 8-10 miliardi di euro l’anno (si veda Il Sole 24 Ore del 13 novembre 2017).

Per scoraggiare la circolazione di denaro, privando della materia prima chi evadere, le strade potrebbero essere molteplici, ma una appare favorevolmente percorribile agendo su due misure. Da una parte l’istituzione di un’imposta progressiva sui prelievi in contanti (sportello o bancomat), eventualmente al netto di una piccola franchigia mensile; non un prelievo per incamerare nuovo gettito, bensì un mero deterrente per invogliare a cambiare abitudini, con modesto sacrificio del singolo e sensibile beneficio per l’interesse generale. Dall’altra il riconoscimento di un credito d’imposta sugli incassi elettronici degli esercenti attività d’impresa e lavoro autonomo, in misura tale da neutralizzarne il costo delle relative transazioni.

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Hans Suter 04 febbraio, 2018 09:38

Gentile @MAURIZIO GASPARELLO, lei scrive "Chiunque rispetti le norme fiscali e penali, al netto di qualche somma irrisoria, non ha alcun bisogno di contante." Invece no, se io voglio andare a puttane e non desidero che si sappia, io ho bisogno di contanti.

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Maurizio Gasparello 09 febbraio, 2018 01:58

Gentile @Hans Suter,

veramente lo scrive il Sola 24 Ore, mica io... :-)

E poi il contante serve anche per fare le offerte in Chiesa: se lo vede il sagrestano che, durante l'Offertorio, gira tra i banchi con il POS?

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a perfect world 12 febbraio, 2018 13:08

Gentile @MAURIZIO GASPARELLO,

se si elimina il contante si diventa succubi di istituzioni al di fuori del controllo elettorale. In altri termini, ci sono seri dubbi che gli interessi di chi ha il potere di controllarmi coincidano con i miei. Anche se "non ho nulla da nascondere" e manco vado a donne, magari non supporterei più organizzazioni politiche, culturali ecc. per paura di ritorsioni.

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Aldo 22 febbraio, 2018 00:17

Gentile @MAURIZIO GASPARELLO,

"Per scoraggiare la circolazione di denaro, privando della materia prima chi evadere, le strade potrebbero essere molteplici, ma una appare favorevolmente percorribile agendo su due misure. Da una parte l’istituzione di un’imposta progressiva sui prelievi in contanti (sportello o bancomat), eventualmente al netto di una piccola franchigia mensile; non un prelievo per incamerare nuovo gettito, bensì un mero deterrente per invogliare a cambiare abitudini, con modesto sacrificio del singolo e sensibile beneficio per l’interesse generale. "

scusami ma sei un po' ingenuo. Secondo te chi evade sul serio preleva e deposita? Apple e Google no di sicuro. L'evasore serio nemmeno... perché mettere soldi in banca dove sono tracciati, non prendono interesse, e sono tassati? li tieni a casa in cassaforte o sotto una mattonella. E se si abolisce l'Euro userai dei dollari, dei franchi svizzeri, sterline, yen, yuan, eccetera, ci sono oltre 150 valute nel mondo.

E cmq. quelli seri operano con fiduciarie in Svizzera Lussemburgo Antille Olandesi eccetera.

Insomma nella tua beata ingenuità vorresti dare alle banche e agli intermediari la possibilità di spiare le transazioni di tutti in tempo reale (cosa commercialmente molto interessante, sono dati che si vendono a peso d'oro), con sacrificio (gratuito! anzi a spese del venditore!) appunto della privatezza dei cittadini onesti, e senza alcuno reale svantaggio per i disonesti.

"Dall’altra il riconoscimento di un credito d’imposta sugli incassi elettronici degli esercenti attività d’impresa e lavoro autonomo, in misura tale da neutralizzarne il costo delle relative transazioni."

Cioè lo Stato paga le commissioni alle banche, questo hai scritto nella sostanza. Soldi che erano incassati dallo Stato in modo sicuro (darti un credito d'imposta è rinunciare a incassare), sono girati alle Banche con la pretesa (del tutto aleatoria) di poter rendere difficile l'evasione. Il certo per l'incerto. Ehm.... ;)

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ws 30 gennaio, 2018 20:25

Quindi finirà molto male ...e aver avuto ragione PRIMA non ci sarà molto di consolazione .

Il canale marbaltico-marbianco e' infatti orlato delle ossa di un milione di russi che sulla reale natura del sovietismo avevano ragione 70 anni prima dei previlegiati ex-funzionari PCUS (gorbaciov eltsin ect... )che hanno poi seppellito "l' esperimento".

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roberto 29 gennaio, 2018 22:49

Muriel Pénicaud ministro del lavoro francese afferma :"la maggioranza dei disoccupati cerca un nuovo lavoro ma esiste una piccola minoranza che danneggia l'immagine degli altri. E' una questione di giustizia sociale" Ecco dunque che si dovrà essere più severi con i disoccupati che frodano lo stato. Quello che più mi ha colpito, oltre al senso complessivo della sua affermazione , e l'aggettivo "piccola" seguito dal sostantivo "minoranza".

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EpifanioG 31 gennaio, 2018 20:05

Basterebbe aprire dei bei "campi di lavoro". Dopo tutto, servirebbero a dare lavoro a chi il lavoro non lo ha e non lo cerca. "Arbeit macht frei". E' l'economia sociale di mercato, bellezza...

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roberto buffagni 29 gennaio, 2018 19:05

"qui veut faire l’ange fait la bête", e invece "Il est dangereux de trop faire voir à l’homme combien il est égal aux bêtes, sans lui montrer sa grandeur. Il est encore dangereux de lui trop faire voir sa grandeur sans sa bassesse. IL EST ENCORE PLUS DANGEREUX DE LUI LAISSER IGNORER L’UN ET L’AUTRE."

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Il Pedante 29 gennaio, 2018 23:57

Eccelso. Chi scrive ciò?

Rispondi

roberto buffagni 30 gennaio, 2018 20:58

Gentile @Il Pedante,

è Biagio Pascal.

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The Max 29 gennaio, 2018 15:15

E' corretta la seguente applicazione per il m5s?

Fase scientifico-predittiva: la corruzione porta alla crisi

Fase apologetico-moralista: dopo aver dimostrato la fallacia della tesi in termini temporali per l'Italia e in termini politici confrontandola con altri pasi diventa: è colpa di noi italiani che votiamo sempre gli stessi partiti corrotti, per noi è diverso

Fase autopoietico-normativa: noi siamo onesti il partito degli onesti

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Il Pedante 29 gennaio, 2018 15:48

È ineccepibile.

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Elisabetta 29 gennaio, 2018 12:33

Dopo aver letto ieri l'inqualificabile post del gommista, posso solo dirle grazie. Grazie di esserci, per provare a squarciare con le sue lucide analisi quel velo oscuro in cui ci vogliono avvolgere.

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Luciano 29 gennaio, 2018 12:23

"Se invece facessero ciò che non esiste nella realtà umana e che non è mai accaduto in nessun luogo e in nessuna epoca al mondo, se cioè pagassero tutti le tasse [...] allora sì, il sistema girerebbe senza intoppi, più liscio dell'olio."

No, però sarebbe un passo avanti nella direzione di un mondo più giusto e vivibile.

Il richiamo ad una presunta "natura umana" per giustificare un comportamento scorretto, ingiusto e vigliacco come il non pagare le imposte è , perdonami, mistificante. Anche l'omicidio è quindi secondo questa tesi parte della "natura umana", in quanto "non è mai accaduto in nessun luogo e in nessuna epoca al mondo" che non ci fossero omicidi. E quindi proporre soluzioni anche dure per frenare ed arginare gli omicidi è una "violenza"? Significa "non tollerare più l'umano"? Ed io che pago tutte le tasse sino all'ultimo centesimo sono un "non umano"?

Lasciando da parte i singoli casi, non pagare le tasse è un atteggiamento antisociale e rimane tale anche dopo i disperati tentativi di autogiustificazione che vengono regolarmente avanzati. Mi pare lo stesso atteggiamento che oggi prevale per giustificare lo spostamento delle attività produttive in paesi con manodopera a basso costo: oh, che ci sia un imprenditore che l'abbia fatto per portarsi a casa ancora più soldi! Ma no, sono tutti – ripeto: tutti – unicamente preoccupati dei propri lavoratori, di salvare l'occupazione. Così tutti – ma proprio tutti – quelli che non pagano tasse lo fanno perché altrimenti dovrebbero chiudere l'azienda, lo studio, l'attività. Che ce ne sia uno che lo fa per avere alla fine del mese ancora più soldi, fregandosene di quelli che da quei soldi dipendono...Ma no, anche Apple, poverina, aveva parcheggiato i suoi 250 miliardi in paradisi fiscali perché la Stato cattivo ne voleva quasi la metà e l'avrebbe costretta a licenziare tutti i suoi amati dipendenti.

Che poi, come da parte del Sole 24 Ore o di Repubblica, si cerchi di sfruttare e manipolare l'evasione per sviare l'opinione pubblica dalle disfunzioni del sistema, non è certo una sorpresa, così come il nocciolo della tua analisi è brillante e perfettamente condivisibile. Non capisco la scivolata sull'evasione e sullo #statocattivoeavido: il fatto che anche un orologio rotto segni due volte al giorno l'ora esatta non significa che in quei momenti l'ora sia sbagliata perché è stata segnata da un orologio rotto. O mi sbaglio?

Un caro saluto da un collega viennese

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Il Pedante 29 gennaio, 2018 15:47

Gentile collega viennese, il problema che sollevi sarebbe corretto (ma non in senso assoluto, non esiste l'assoluto in ciò che è umano) se non si utilizzasse il fenomeno dell'evasione come alibi del fallimento del sistema. L'articolo denuncia questo. Se si dicesse che la polizia è allo sfascio perché c'è ancora qualcuno che uccide, scriverei lo stesso.

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ws 30 gennaio, 2018 20:31

Gentile @Luciano,

prima di fare la parte ai "piccoli" si dovrebbe punire la ben maggiore colpa dei "grandi". Lei ha idea di quanto evadono" legalmente" le multinazionali?

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Luciano 01 febbraio, 2018 09:50

Gentile @ws,

infatti cito il comportamento antisociale della Apple nel mio intervento. Non dimentichiamo però che l’impatto macroeconomico di una ‘piccola’ evasione diffusa è maggiore di quello di una singola multinazionale. Non si può quindi stabilire un ‘prima’ e un ‘dopo’, bensì si deve agire ‘contemporaneamente’: tutti, sia i privati che le multinazionali, devono pagare le imposte dovute indipendentemente dai comportamenti di altri singoli o altre categorie.

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Luciano 01 febbraio, 2018 10:16

Gentile @Il Pedante,

il fatto che non esista l’assoluto in ciò che è umano non significa che non si possano comunque stabilire dei principi che vengano per convenzione accettati come assoluti. Un esempio è la verità giudiziaria: la Verità assoluta evidentemente non esiste, ma la decisione di un tribunale viene accettata dalla società come la verità accertata su quel fatto. Un altro è la verità scientifica. Che poi altre verità possano sostituire quelle precedentemente accettate non inficia la validità del sistema, anzi la conferma.

Uno di questi principi è quello della solidarietà sociale: tutti noi che nella vita abbiamo realizzato qualcosa, lo abbiamo fatto all’interno di una società e quindi grazie all’apporto di tutte le persone che ne compongono la comunità. Per questo abbiamo il dovere di partecipare secondo le nostre possibilità al sostentamento di questa comunità, incondizionatamente, senza se o ma. A partire da questo principio si può poi iniziare la discussione sulle sue regole di attuazione.

Il fatto che l’evasione venga utilizzata per coprire i problemi veri del sistema non giustifica il definire violente le proposte per arginarla.

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Il Pedante 01 febbraio, 2018 14:48

Ma figuriamoci. La violenza di Stato è sempre nominalmente a fin di bene. O forse nel Suo mondo esiste qualcuno che ha mai detto ai cittadini "vogliamo farvi del male perché siamo cattivi"? Nel mio no, e neanche nella storia. In quanto al merito, La invito a stimare quanto bene abbia fatto all'erario la violenza fiscale degli ultimi anni, e quanto bene possano fare le misure su elencate. Se vuole discutere la veridicità del bene nominale in politica nelle condizioni e norme politiche date, è nel posto giusto. Quello di identificare un principio etico (nobilissimo, peraltro) con i regolamenti applicativi e le clausole del più forte è un vizio a cui abbiamo dedicato molte pagine su questo blog.

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Il Pedante 01 febbraio, 2018 14:55

No. L'impatto macroeconomico dell'evasione/elusione delle multinazionali è maggiore di quello della piccola evasione diffusa, se non altro perché quest'ultima ricade nel circuito economico interno e, quindi, prima o poi anche in quello fiscale. Il Suo è wishful thinking. Altro problema denunciato ad nauseam su queste pagine.

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ws 01 febbraio, 2018 22:48

Gentile @Luciano,

la sua affermazione

" l’impatto macroeconomico di una ‘piccola’ evasione diffusa è maggiore di quello di una singola multinazionale"

oltre che essere numericamente falsa non considera che "l' evasione" delle multinazionali sono risorse tolte alla economia nazionale mentre la " piccola evasione diffusa" la alimenta.

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Luciano 02 febbraio, 2018 09:17

Gentile @Il Pedante,

"No. L'impatto macroeconomico dell'evasione/elusione delle multinazionali è maggiore di quello della piccola evasione diffusa, se non altro perché quest'ultima ricade nel circuito economico interno e, quindi, prima o poi anche in quello fiscale. Il Suo è wishful thinking."

A parte l'evidente ironia del credere che l'evasione diffusa ricada nel circuito economico interno e contemporaneamente dare a qualcuno del "wishful thinking", ancora non ho ricevuto risposta sul perché il perseguire l'evasione sia una "violenza di stato". Vede (mi adeguo allo scortese utilizzo del Lei), il problema, come ho già scritto, non è quello di creare una gerarchia dei cattivoni e quindi la discussione sul maggiore o minore impatto è assolutamente inutile. Si tratta di capire che porre come discriminante tra giustizia e violenza unicamente le proprie convinzioni e allo stesso tempo continuare ad applicare il rozzo principio che il fine giustifichi i mezzi porta ad uno scontro continuo ed inconciliabile tra fazioni. Se questo è il Suo mondo, buon divertimento. Il mio, quello nel quale sono cresciuto e vivo, e quello che auguro ai miei figli, è diverso. E non confondiamo il nostro mondo con la Storia, e le nostre percezioni con la Natura Umana, per carità. Mi dia retta, io ho fatto il militare a Cuneo.

Violenza di stato sono gli anni della strategia della tensione, le collusioni stato-mafia e stato-finanza, i continui e gravissimi tradimenti alla Costituzione. La lotta all'evasione non ha niente, ma proprio niente a che fare con tutto questo: urlare ad ogni occasione di "violenza di stato", confondere singole regole – discutibili, scorrette e prevaricanti quanto si vuole – con il principio, fa proprio il gioco di quelli che si dice di voler combattere.

Forse gli abitanti del Suo mondo confondono la lotta contro le tasse con la lotta contro l'evasione? Perseguire l'evasione/elusione non significa dire che le imposte (o il loro livello) siano giuste, significa semplicemente affermare il principio che le regole vanno rispettate da tutti in egual maniera. Così come affermare che la legge è uguale per tutti non significa non poter/dover lottare contro leggi ritenute ingiuste, che nel frattempo, però, vanno rispettate da tutti.

Definire un principio di giustizia sociale una violenza è, mi perdoni, ridicolo prima ancora che fuorviante.

Visto comunque che Lei tende, purtroppo, ad una certa supponenza e scortesia - che quando non si conosce il proprio interlocutore sono atteggiamenti ancora più inopportuni - Le auguro una vita felice e La saluto cordialmente e definitivamente.

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Roby C. 10 febbraio, 2018 17:39

@Il Pedante

E' possibile avere una fonte indipendente che corrobori l'affermazione?

Perchè la cosa non è, di per se, una verità così evidente e mi piacerebbe avere dei numeri a supporto. Anche come eventuale materiale pewr rispondere al piddino di turno.

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Aldo 22 febbraio, 2018 00:00

Gentile @Luciano,

quando le tasse lavorando onestamente arrivano spesso oltre al 50% definire "giustizia sociale" e "legge giusta da rispettare" non è così facile. E nemmeno è sempre giusto rispettare la legge, no, proprio no (aver fatto la cosa legalmente giusta è stata la scusa di molti nazisti).

Ma non è questo il punto.

Quello che si dovrebbe secondo me osservare è che l'evasione, come la prostituzione e cento altre cose moralmente più o meno deprecabili, ci sarà sempre.

Il legislatore non si dovrebbe incancrenire a cercare di fare norme sempre più strette per sopprimere quello che non si può sopprimere (spesso ottenendo solo l'effetto di scoraggiare sotto montagne di adempimenti gente altrimenti laboriosa e creativa, e di solito le piccole imprese che sono la linfa della nostra Italia), ma, più intelligentemente, dovrebbe pensare a un sistema in cui tutto può andare avanti *nonostante* alcuni comportamenti fisiologici.

La realtà è la realtà, l'uomo è l'uomo. O che so l'aria è l'aria, come hanno scoperto i progettisti degli F35!

Un buon progetto funziona nonostante l'evasione, non nell'ipotesi che tutti siano onesti eccetera - altrimenti con questa ipotesi potremmo chiudere Tribunali Carabinieri e Polizia, pensi che risparmio!

Pensare alla triste realtà è quel che fanno (o dovrebbero fare) gli statisti veri che hanno la responsabilità di un Paese (e mi rendo conto che questi discorsi magari cinici possano essere troppo oltre per il classico "padre di famiglia").

Un mondo in cui andavamo avanti benissimo nonostante (deprecabili!) evasioni e corruzioni era il mondo nel quale l'evasore immancabilmente comprava la sua Lancia Thema o la sua Alfa, cosicché la maggioranza dei soldi rimanevano in circolo in Italia (e anzi si vendevano molte più Thema di quel che si sarebbero potute vendere se fossero tutti perfettamente "onesti"... si sa che i soldi sgraffignati si spendono più facilmente).

Oggi forse l'evasore evade meno (anche perché purtroppo lavora meno), ma il problema vero non è quanto evade, è che (grazie alle modifiche macroeconomiche fatte da governanti stolti) compra BMW... (perché abbiamo bloccato da 20 anni la rivalutazione del marco tedesco - lo scrivo non per essere anch'io pedante ma perché visto che in buona fede ignora alcune cose, forse ignora anche questo).

Se Il Pedante è magari supponente o magari si incavola è perché non si curano i problemi veri.

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Costantino XI 29 gennaio, 2018 10:43

Vorrei qui ricordare, soprattutto in merito alla cosiddetta "tecnologia blockchain", una frase del grande poeta Thomas S. Eliot che amo ripetere spesso.

"Sognano sistemi talmente perfetti in cui nessuno avrà più bisogno di essere buono/

ma l'uomo che è adombrerà sempre l'uomo che pretende di essere"

(da "The Rock")

Eliot scriveva queste righe negli anni '30, pensando ai grandi totalitarismi allora trionfanti. Perché la trovo così calzante per la nostra epoca?

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roberto buffagni 31 gennaio, 2018 16:53

Gentile @Costantino XI,

un'altra citazione a proposito da "The Rock"

"The world turns and the world changes,

But one thing does not change.

In all of my years, one thing does not change,

However you disguise it, this thing does not change:

The perpetual struggle of Good and Evil."

P.S., aggiunta mia, non si sa mai: il transumanesimo è Evil.

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Gianni 28 gennaio, 2018 11:11

Dall'alba dei tempi l'uomo vive di miti, racconti, forse l'unico medium di cui non riesce a fare a meno, ogni popolo si è costruito intorno ad un mito, una volta erano i racconti degli antichi, delle origini, gli Antichi Romani vi costruirono il diritto, Mos Maiorum lo chiamarono, poi vennero i miti preternaturali e con l'uso della scrittura venne il primo tentativo di imporli al mondo intero, in un delirio dato dalla presunta Verità, su questa falsariga si procede da un paio di millenni.

Negli ultimi tre secoli, o giù di lì, si è andato diffondendo il mito dell'Homo Economicus, su questo "nuovo" mito si sono costruite ideologie e strutture politiche, condite di guerre e massacri, la mitologia della "mano invisibile" dei mercati è assurta a nuova Verità, in conseguenza che le alternative avessero tutte fallito, ma è andata proprio così?, eppure dietro i mercati ci sono delle persone, degli interessi di parte, anzi degli interessi così grandi che i mercati vengono costantemente manipolati, esemplare il caso dello spread, gestito anzichè dai "mercati" o da qualche mano invisibile, da interessi precisi che detronizzarono Berlusconi e lo sostituirono con monti, le conseguenze sono triste storia recente, nell'incedere della promozione di questo mito si è arrivati anche a dire che le scoperte scientifiche dell'uomo non sono dell'uomo ma del "capitalismo", uno dei tanti nomi con cui si cerca di nascondere il fatto che siamo pur sempre in presenza di uomini e dei loro disegni, non di forze oscure supernaturali.

Il regista giapponese Akira Kurosawa lo spiegò al meglio che si possa fare, in quel notevole film "Rapsodia di agosto", dove illustrò con maestria un occhio umano, che nei ricordi dei sopravvissuti, all'ignobile esperimento atomico, aveva sostituito il fungo atomico, intendeva il regista giapponese ricordare a tutti noi, che vi era l'uomo e solo l'uomo, anche dietro quel'assurdo dispositivo di morte.

Sarò solo quando si ritornerà a mettere al centro l'uomo ed i suoi bisogni naturali, nient'altro, che si potrà ritornare indietro dalla barbarie per incamminarci lungo il sentiero della civiltà.

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Mary 07 febbraio, 2018 23:20

Gentile @Gianni, anche tutte le culture tradizionali e lo studio delle lingue classiche.

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Neven Bridge 28 gennaio, 2018 10:37

Mi ha fatto tornare in mente un'episodio della mia infanzia, quando inziai a sciare. All'epoca avrò avuto 7-8 anni di vita, ero piccolo ma stranamente mi son tornate immagini molto nitide nella mente. Il mio non riuscire a sciare come gli altri era dovuto agli sci, difettosi, scadenti, la colpa era di mia madre che mi acquistò un prodotto mediocre. Passai dunque gran parte della mia prima giornata in montagna prendendomela con gli sci, sbattendoli a terra e offendendo mia madre.

Ero immaturo e viziato, mia madre mi prese a schiaffi ma secondo me fù troppo clemente.

Ieri leggevo uno studio il quale imputava la differenza salariale tra i sessi alla maternità. La maternità diventa un problema. La natura non si piega all'immaginario di chi amministra il mondo.

Ne deduco dunque che questo simpatico gruppo di aristocratici sia, oggi, esattamente come potevo essere io all'epoca, immaturo e viziato. Sono convinto che una massiccia dose di ceffoni alla bud spencer sia necessaria per rinsavire.

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Armando 28 gennaio, 2018 10:36

Che dire... al solito molto oltre, invierò il testo a mia figlia, ostinatamente contro i vaccini, "vedi papà la mia

fortuna, Giulia ha ormai nove anni, e più di tanto non rompono, se proprio pago una ammenda, se frequentasse

la scuola d'infanzia proprio non la accetterebbero".

A il pedante, grazie anche per la crisi narrata

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Michele M. 29 gennaio, 2018 09:01

Gentile @Armando, massima solidarietà a tua figlia, per fortuna toccata solo in piccola parte da una delle leggi più vergognose e liberticide della storia d'Italia. E complimenti al Pedante, lucido come sempre.

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AONonA 28 gennaio, 2018 10:09

«Perché alla fine la #blockchaintechnology prenderà piede nella società? Perché l'essere umano sa che in fondo non ci si può fidare di lui. Meglio quindi delegare la trasparenza e tracciabilità dei contratti a una tecnologia».

In questo passaggio, oltre alla malafede, da lei perfettamente stigmatizzata, si ravvisa anche la totale incompetenza di chi propone queste follie.

La tecnologia della blockchain si basa integralmente sull'assunto di una pletora di attori che formalizzano la propria fiducia reciproca attraverso un protocollo crittografico, che consente di validare collettivamente le transazioni. Ossia esattamente l'opposto di quanto descritto: senza fiducia nell'essere umano la rete fiduciaria creata dalla tecnologia blockchain necessariamente crollerebbe, perché nessuno più vi parteciperebbe e addio pletora di attori.

Questo naturalmente soprassedendo momentaneamente sul problema intrinseco di concentrazione che deriva dalla complessità dei protocolli utilizzati, accessibili di fatto solo a pochi esperti, e di cui si è già discusso.

Che tristezza dover combattere per difendere il terzo escluso.

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Postino 31 gennaio, 2018 13:35

Gentile @AONonA,

il movimento hacker è infarcito di anarco-libertarismo rothbardiano: le blockchain, notorio parto di un "individuo" che si rifaceva ad Hayek, sono alienazione portata al suo parossisimo. Pillola blu o rossa? (Perché di questo si parla).

@Pedante

Segnalo questa pedanteria al cubo che, direi, tratta il medesimo esoterico oggetto: http://orizzonte48.blogspot.nl/2018/01/liberalismo-e-anomia-disintossicarsi.html

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Teo Molteni 28 gennaio, 2018 00:53

Nella giornata della memoria questa lettura mi ha arricchito più di tante altre.

Grazie.

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roberto 28 gennaio, 2018 00:26

grazie un po' di aria fresca!

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