Ubi maior

09 novembre, 2019 | 29 comments

Questo articolo è uscito, in versione leggermente ridotta, sul quotidiano La Verità dell'8 novenbre 2019.

Una cara amica mi segnala una petizione promossa da un gruppo di ambientalisti che sta avendo ampia eco sui quotidiani nazionali, in cui si chiede ai nostri mezzi di informazione di non dare più «spazio a posizioni antiscientifiche, basate su opinioni di singoli e non supportate da ricerche validate dalla comunità scientifica» in tema di cambiamento climatico, sull’esempio «della BBC, del Guardian e di Le Monde». Secondo i promotori occorre porre fine a «una insensata par condicio» nel cui nome si starebbe dando «pari rilevanza a scienziati esperti della materia e a incompetenti che propagandano tesi negazioniste sul clima» perché, spiegano, «non c’è in democrazia il diritto a dare spazio alle fake news».

Da un editoriale di Annalisa Corrado, una delle promotrici, apprendo che l'iniziativa è già criticata su alcuni giornali. Quelle critiche commettono però a mio avviso un errore, di entrare troppo nel merito della questione dibattuta e di tralasciare in tutto o in parte il metodo sotteso. In quanto alla questione trattata, da non specialista posso solo registrare che diversamente da ciò che si legge nella petizione la «comunità scientifica internazionale» non pare «ormai unanime» nel sostenere la tesi del cambiamento climatico antropogenico, se è vero che solo il mese scorso cinquecento tra fisici, geofisici, meteorologi e altri scienziati provenienti dalle accademie di tutto il mondo hanno indirizzato al segretario generale delle Nazioni Unite una «Dichiarazione europea sul clima» in cui si contesta l'esistenza di una «emergenza climatica» causata dall'uomo e si deplora la politicizzazione del dibattito scaturito.

Da cittadino mi preoccupa invece l'idea che le alterazioni dell'ambiente in cui viviamo e, più in generale, la diffusione di teorie infondate in ogni settore possano colpire in modo duro o irreversibile il benessere e la salute dei popoli. Ma proprio perché privo degli strumenti culturali per decifrare e scongiurare questi rischi, ritengo che si debbano garantire agli esponenti delle comunità scientifiche di riferimento non solo tutte le risorse necessarie per studiare e risolvere i problemi, ma anche l'indispensabile diritto di esporre le proprie tesi e di confrontarsi in ogni sede, anche coinvolgendo l'opinione pubblica e i decisori politici. Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche e i benefici pratici che ne sono derivati per l'uomo non sono mai - ripeto, mai - avvenuti soffocando, nascondendo o condannando le voci dissonanti rispetto alla posizione di volta in volta dominante. Si può anzi dire che quasi tutte le nozioni e le pratiche scientifiche oggi riconosciute siano state, in qualche momento della storia, eterodosse perché nuove e non suffragate dalle esperienze successive. La bontà di una teoria scientifica si evince dai risultati, non dall'autorità o dal (presunto) consenso di chi la sostiene, e poiché il risultato scientifico è sempre revisionabile, lottare contro il «revisionismo» equivale a lottare contro la scienza in sé.

La saggezza dei latini ci ha lasciato in eredità una massima: ubi maior minor cessat. L'eventuale urgenza di contrastare le mutazioni del clima o qualsiasi altra minaccia non può giustificare la repressione della libertà di esercitare e comunicare i risultati della ricerca, perché quella libertà costituisce la premessa irrinunciabile per indagare a monte i problemi. Non si può, nel nome di un'urgenza particolare, crearne una più generale e radicale. Il problema della petizione per il «clima» cessa dunque di essere la maggiore o minore fondatezza del pericolo che vi si denuncia, che diventa anzi irrilevante (minor cessat), e si identifica tutto con l'enormità di mettere in sordina coloro che se ne dovrebbero occupare con onestà e rigore, senza condizionamenti di sorta (ubi maior). La prospettiva di una comunità scientifica autorizzata a divulgare solo i risultati graditi a un establishment esterno - come appunto le redazioni dei grandi mezzi di informazione - è un pericolo di molti ordini superiore all'eventuale innalzamento della temperatura del globo. Perché negherebbe alla radice la possibilità di occuparsene in maniera autenticamente scientifica.

Nella querelle sorta a margine di questa iniziativa si è citato molto opportunamente l'esempio dell'obbligo di vaccinazione di massa, che ho trattato nel mio ultimo libro. Lì aprivo l'analisi con una lunga antologia di personalità e istituzioni mediche che, distinguendosi da ciò che sui giornali si giura essere un «consenso» senza eccezioni, mettono in discussione l'opportunità dello strumento coercitivo o di specifici aspetti della pratica vaccinale in uso, o di alcuni vaccini. Procedevo poi a illustrare i prevedibili rischi di avere censurato o sanzionato i sanitari «dissidenti» creando un clima di intimidazione a detrimento della libertà di esercizio della professione e dello sviluppo di conoscenze migliori. Ad oggi questi rischi si sono già tradotti in un crollo della fiducia della popolazione nella sicurezza delle vaccinazioni, e di conseguenza anche dei professionisti e delle istituzioni che le promuovono subordinandovi i diritti delle famiglie (ne ho scritto qui). Ma è facile prevedere che una gestione così «militarizzata» produrrà danni ancora più gravi, da un lato approfondendo la diffidenza dei cittadini verso chi li cura, dall'altro spingendo sempre più pressantemente la ricerca a produrre solo risultati compatibili con la «verità di Stato». Anche in questo caso il problema smette di essere quello dichiarato dei vaccini (minor cessat) e si colloca nell'ordine superiore del metodo, di una medicina condizionata e imbavagliata (ubi maior).

Se la petizione sui cambiamenti climatici avesse chiesto alle redazioni di elevare il livello culturale degli interlocutori sarei stato tra i primi a sottoscriverla, perché in effetti i dibattiti sono spesso mal rappresentati al pubblico volendo concedere più alle esigenze di comunicazione e spettacolarizzazione che alla competenza, a parità di tesi (il riferimento a una giovanissima svedese non è del tutto casuale). Ma qui si chiede una cosa molto diversa, una cosa che non ha nulla a che fare con il clima, né con la scienza. Qui si chiede un metodo: quello di imporre una tesi - poco importa quale - non già informando i cittadini, ma privandoli delle informazioni prodotte da una parte della comunità degli studiosi, i quali si troverebbero a loro volta privati della possibilità di fornire al pubblico gli elementi necessari per operare democraticamente una scelta.

La fallacia di chiamare in causa un potere, politico o mediatico, per dirimere le controversie scientifiche e decidere quali siano le «fake news» da silenziare è resa evidente dal fatto che il potere rappresenta per definizione gli interessi del più forte. La scienza diventerebbe così l'ancella dei forti, non delle verità, per quanto perfettibili e provvisorie, di cui abbiamo bisogno. L'iniziativa su cui ci siamo soffermati non è purtroppo che l'ennesima applicazione di questa fallacia, che in gran parte del pubblico e della classe politica è già diventata un sistema di pensiero. Per denunciare questa tentazione così diffusa ho contribuito quest'anno a fondare associazione Eunoè, il cui «Manifesto per la scienza» rappresenta un tentativo di restituire dignità alla professione scientifica e alla politica che deve sì servirsi degli scienziati, ma non asservirsi ad essi, né specialmente renderli servi.


Leave a comment

Send

Armando 08 maggio, 2020 10:12

Scusate, non vorrei essere tranchant, ma la questione del riscaldamento globale è semplice:

è una realtà dimostrata scientificamente, e la causa è l'immissione di gas serra da parte dell'uomo negli ultimi duecento e passa anni.

Il negazionismo ha un solo problema: non è una teoria scientifica.

Ovvero, non esistono teorie scientifiche alternative a quella attualmente condivisa dai climatologi.

Il punto è che la natura dell'oggetto implica l'impossibilità di fare esperimenti di laboratorio dirimenti o raccogliere dati statistici con cui fare confronti (esempio: dieci aree del pianeta con un eccesso di CO2 nell'aria e altrettante aree di confronto con livelli di CO2 pari al periodo pre-industriale).

Il negazionismo quindi si riduce a una serie di enunciati privi di valore del tipo: non siete riusciti a spiegare questo (intendendo con "questo" un dato di scarsa rilevanza), il tale dato è stato ottenuto in modo errato, avete interpretato male una serie di registrazioni, ecc. ecc. ecc.

Nel 99,99% dei casi si tratta di obiezioni infondate e la cui dimostrazione di infondatezza è stata espressa già da mesi, anni o addirittura decenni, ma inutilmente: queste pseudoaffermazioni vengono comunque ripetute senza sosta, perché giustamente chi non è esperto della materia finisce, grazie alla loro ripetizione, per prenderle per vere.

Se voi andate su Amazon e cercate libri sul riscaldamento globale al secondo posto nella ricerca trovate un libro negazionista. A scriverlo è un geologo che non ha alcun lavoro scientifico pubblicato su tale argomento.

Il problema è che gli scienziati che si occupano di questi temi non hanno capito come funzionano i media.

Loro sono ingenuamente convinti di risolvere il problema chiedendo che venga fatta una sorta di screening preliminare tra chi è titolato a parlare e chi no.

Dimostrando di non aver capito come funzionano i media.

La loro ragion d'essere è fare da mediatori fra il Potere e le Masse, rendere palatabili per le seconde le decisioni prese dal primo.

Riguardo al riscaldamento globale, non c'è una linea precisa. L'esperimento di Macron ha suscitato una rivolta. Quindi l'argomento è, per ora, in stand by: sì, il riscaldamento globale è una realtà, però c'è chi dubita., quindi si vedrà un domani cosa fare.

Se invece ci fosse stato un altro clima economico e la possibilità di deviare ingenti risorse su soluzioni tipo auto elettrica (generando comunque probabilmente lo stesso quantitativo di CO2 causa della sostituzione accelerata delle vetture) il clima mediatico sarebbe stato ben diverso e i negazionisti sarebbero scomparsi dalla Tv e dai giornali dalla sera alla mattina.

Reply

Pirrone 10 dicembre, 2019 19:37

Qui una delle migliori analisi recenti sul mito serrista, in 7 puntate:

https://sollevazione.blogspot.com/2019/05/clima-7-perche-lo-fanno-di-leonardo.html

Per far accettare ai popoli un progressivo impoverimento (che contrasta logicamente con l’avanzamento della tecnica) occorrono delle motivazioni. Altrimenti chissamai che mettano in discussione il modello economico.

Reply

Stanislav Petrov 27 novembre, 2019 05:19

La discussione sul clima è ormai giunta a livelli surreali. Tutti i dati sui consumi energetici sono disponibili organizzati per paese e settore. I combustibili fossili rappresentano oltre l’ottanta percento delle fonti e tale distribuzione muterà assai poco nei prossimi trent’anni. Inoltre un nord americano consuma due volte un europeo il quale consuma quattro volte più di un indiano il quale consuma più volte un africano. Mentre la popolazione dei paesi ricchi è stabile o in calo quella dei paesi meno sviluppati crescerà di un paio di miliardi. Per produrre pannelli fotovoltaici serve moltissima energia e poiché il costo deve risultare basso, vengono per il novanta percento prodotti in Asia utilizzando carbone. Nei prossimi decenni le emissioni aumenteranno come ovvia conseguenza che l’attività economica globale aumenterà a meno che un guerra globale o una pandemia interrompa questo ciclo storico. Gli investimenti in corso e quelli programmati per il prossimo decennio sono da cinque a dieci volte inferiori a quanto necessario a realizzare un decarbonificazione parziale nei prossimi trent’anni. Se i mutamenti climatici sono antropici essi si amplieranno come conseguenza ovvi del fatto incontrovertibile che nessuno vuole consumare meno specie i sette miliardi che oggi consumano una frazione degli altri. Tuttavia il vincolo esterno c’è eccome. I combustibili fossili sono finiti in un pianeta finito e prima vengono consumati quelli di migliore qualità quindi gli altri come ora come dimostra il boom transitorio dello share oil americano possibile in quanto sussidiato nel modo tipico di un sistema come quello americano investito a breve termine dove le perdite del settore privato vengono trasferite su quello pubblico. Non c’è dibattito o marce nelle strade sui cambiamenti climatici in Brasile, Cina, India età... mentre c’è in Europa che dipende dai combustibili fossili che non produce. Anche l’ultimo grande campo di gas naturale, Groningen, in Olanda, è in esaurimento. Per assicurare il tenore di vita cui le popolazioni sono abituate l’Europa deve produrre costanti surplus commerciali per scambiarli con risorse prodotte da paesi nessuno dei quali è amico subendo la competizione di potenze vecchie e nuove, meglio armate e con un controllo apparentemente più solido e stabile sulle proprie popolazioni. Solo un terzo del petrolio, linfa dell’attuale civiltà è destinato all’esportazione il resto viene consumato da chi lo produce. Le fonti alternative hanno una densità energetica molte volte volte inferiori a petrolio e gas, tutta la storia del progresso materiale umano è avvenuta inseguendo fonti energetiche via via più dense. Andiamo spediti verso una crisi energetica, questo è il punto. Emotivamente questo non può essere accettata dalle élite e dalle popolazioni, che rispondono come possono, rifugiandosi in una realtà da loro inventata, costruendo narrative, invocando mirabolanti progressi tecnologici o assurde anti storiche ipotesi di grandi patti tra generazioni, tra nazioni e popoli da sempre in competizione per un tenore di vita materiale superiore. La crisi di risorse è già tra noi mascherata dalla stamperia delle banche centrali, dai sussidi e da campagne mediatiche il cui scopo principale è nascondere che il grande ciclo storico iniziato due secoli fa giunge al termine e nessuno ha la più vaga idea di come avverrà la transizione a quello successivo.

Reply

Davidoff 23 novembre, 2019 08:03

Grazie della riflessione. Condivido, è un problema di metodo: la forza del potere contro la forza della verità.

Augurandomi che la verità si tradisca ed emerga comunque, alla lontana, perché dell’immediato il potere è più forte. A monte di questo problema, poi, c’è quello dei finanziamenti alla ricerca scientifica e di come vengono orientati.

Saluti

Reply

Nina 22 novembre, 2019 11:37

Gentile Pedante,

intanto un caro saluto a Lei, prima di questo brevissimo commento OT, che mi accingo ad esporLe .

Serve la Sua voce in merito alle vicende ittiche che stanno ammorbando i media e non solo: viene più che mai a verità che ripetere l'ovvio sia, di questi tempi, rivoluzionario...

Per noi che La leggiamo sempre con immensa e immutata stima, ogni nuovo articolo è ossigeno puro, Lei lo sa.

Reply

Intellettualmente onesto 12 novembre, 2019 08:33

Vabbè. Il global warning non esiste e i morti di morbillo dopo 40 anni neppure,. Tante belle parole per assecondare il pensiero dei manipolatori delle coscienze. Il fine ultimo? Temo che sia molto “particulare”..

Reply

Incazzato 23 novembre, 2019 19:26

Gentile @Intellettualmente onesto, il global warming esiste come è esistito chissà quante altre volte nei secoli e millenni passati. I morti di morbillo non ci sono se non nella fantasia di qualcuno almeno da decenni.

I manipolatori di coscienze chi sarebbero ? Il fine ultimo del Pedante, il "particulare" in cosa consisterebbe ? Grazie se risponde.

Reply

Jakov Petrovic Goljadkin 11 novembre, 2019 21:07

Temo sia persino peggio di così. Nel contesto che si va affermando della competizione per i finanziamenti, è chiaro che nessuna ricerca "scomoda" avrà concrete possibilità di aggiudicarsi alcunché, relegandosi pertanto all' irrilevanza nel giro di poco tempo. È molto più conveniente, per chi è in cerca di fondi, inserirsi nel "framework" in auge.

Faccio un esempio: se io volessi condurre una ricerca, di per sé intellettualmente legittima e potenzialmente fruttuosa, sulle possibili cause non antropiche del riscaldamento globale, avrei enormi difficoltà a trovare supporto sia nel pubblico che nel privato, perché nessuno vorrebbe essere additato come " collaborazionista" di chi tenta di corroborare tesi avverse al pensiero dominante. Questo è un ostacolo ben più radicale della diffusione a mezzo stampa, o, ribaltando il punto di vista, un metodo ben più efficace di autoconservazione del suddetto pensiero.

Reply

Baldovino sesto 11 novembre, 2019 17:33

Gli "ecologisti" talebani hanno paura che il loro oggetto di fede venga contestato. Eppure non dovrebbero preoccuparsi poiché interviste come questa https://sptnkne.ws/AszP non verrano mai divulgate dai grandi media.

Reply

foibar 11 novembre, 2019 12:52

Buongiorno,

vado fuori tema ma potrebbe esserVi di interesse:

http://humansarefree.com/2016/02/big-pharma-is-injecting-us-with-cancer.html

N.B.: non ho verificato il valore/serietà del sito ma mi ha colpito il fatto che parli di vitamina D e che se non erro di recente questa vitamina è stata definita inutile dal ns S.S.N ed esclusa da esenzione.

Grazie degli interessanti pensieri.

Reply

disperato 11 novembre, 2019 19:50

Gentile @foibar, certo che la vitamina D è inutile dal momento che non è brevettabile, anzi siccome fa bene e magari cura i cittadini è proprio dannosa, per le case farmaceutiche of course (che rischiano di perdere fatturato).

Di Bella con un cocktail di vitamina B (lievito di birra), vitamina C, vitamina D, melatonina e altro cura i tumori, ovviamente non essendo tale terapia brevettabile è stata boicottata e pure diffamata. Le consiglio il libro: "La scelta antitumore. Prevenzione, terapia farmacologica e stile di vita" del dott. Giuseppe Di Bella (che è il figlio del professore Luigi Di Bella scopritore della cura).

Saluti.

Reply

BrainOn 12 novembre, 2019 08:49

Gentile @foibar, Hai ragione. E Incredibile che la cosidetta vitamina della vita sia stata esclusa da esenzione. Per fortuna abbiamo ancora il sole ... dove splende.

Reply

dragostea 11 novembre, 2019 10:54

Caro Pedante, il più brevemente possibile:

1. Con la comunità scientifica concorda" si intende di solito la comunità che di queste è esperta perchè ci lavora e pubblica. Qui il consenso, misurato, c'è.

2. La petizione dei 500 scienziati, commentata con fonti verificabili, la trova qui.

La pochezza argomentativa non ha bisogno di commenti, e qualifica chi, (con maggior copa se autodefinito "esperto") l'ha firmata https://www.climalteranti.it/2019/06/09/accade-nel-2019-una-petizione-per-negare-la-scienza-del-clima

3. Nel terzo e quarto paragrafo dice cose giustissime e sacrosante: non bisogna assolutamente bloccare la voce della comunità scientifica ed il dissenso interno della stessa.

Infatti si parla di non dare voce ai non esperti, intervistati non si sa bene per quale presunta competenza, ed interrompere lo stillicidio di notizie false, argomentazioni note e demolite. ripetute a pappagallo da famosi (o meno) ignoranti in materia intervistati in programmi televisivi e sui giornali.

Noto con dispiacere una punta di complottismo quando dice "comunità scientifica autorizzata a divulgare solo i risultati graditi a un establishment esterno". E qui si comincia ad instillare il dubbio (cui prodest?), invece di contestarne i risultati (sono accurati? E' questo il nodo da discutere)

4. Nel sesto paragrafo, dietro a una presunta richiesta di "competenza" si nasconde l'insidia, del bisogno di trovare un esperto che rappresenti una fantomatica parte opposta "competente" e di fatto contraria ai cambiamenti climatici, appiattendo il divario argomentativo in due parti distinte che non corrispondono ad un effettivo dibattito interno alla comunità scientifica, ma un dibattito artificialmente imposto. Con un paragone abusato (di cui mi scuso in anticipo) equivale a trovare un terrapiattista "esperto" da invitare in televisione, e non il solito "cialtrone inesperto". Per cosa? Per alimentare un dibattito che, scientificamente, non esiste, se non nella testa di chi vuol negare 35 anni di studi e di evidenze al riguardo?

5. La conclusione evidenzia i problemi della parte precedente dellarticolo: ci si oppone all'evidenza scientifica, in quanto emanazione di un potere superiore che, nel caso corrente, avrebbe un curioso paragone se, nel contestare i danni da fumo, ci si rifacesse agli studi della Philip Morris al riguardo, e si accusasse chi dice che il fumo fa male di essere a favore di "Big lungs". Ma divago.

Poi ci si appella ad un "tentativo di restituire dignità alla professione scientifica", che purtroppo, se capisco bene, equivale alla ricerca spasmodica di un rappresentate di tale comunità scientifica che sia in grado di difendere una posizione contraria e preconcetta ; ci si ritrova quindi a fare qualcosa che rappresenta l'apice della non-scienza e della politica: la ricerca di un esperto che rappresenti le nostre istanze (a fortiori, e quindi partendo da una tesi predefinita) ed il rifiuto di ciò che, banalmente, vogliamo rifiutare, e di cui cerchiamo, affannosamente, una giustificazione che non ci faccia apparire fideistici.

Peccato.

Reply

Il Pedante 11 novembre, 2019 12:13

Gentile lettore, La ringrazio dell'articolato commento che contiene numerosi spunti ragionevoli e utili. Registro tuttavia che la Sua obiezione poggia fondamentalmente sull'aver deciso che i 500 (e immagino altri, salvo pensare che non esistano altre sfumature di pensiero, o altri che per qualsiasi ragione non vogliono esporsi) sono sì esperti, però non valgono. Non avendo io le Sue competenze per stabilire ciò, è esattamente il ragionamento che deploro nell'articolo (e comunque no, nella petizione non si chiede di non dare spazio ai non esperti, bensì a chi sostiene una precisa tesi, già bollata come fake e antiscientifica).

Reply

Dragostea 11 novembre, 2019 13:28

Gentile @Il Pedante,

Grazie della sua risposta.

Mi limito a riportare parte dall'ultimo paragrafo della petizione che Lei ha allegato.

"... dopo aver preso atto dei troppi errori commessi nel parlare di cambiamenti climatici, e che non venga più dato spazio a posizioni antiscientifiche, basate su opinioni di singoli e non supportate da ricerche validate dalla comunità scientifica."

Il che -- ovviamente mi corregga se sbaglio -- sembrerebbe suggerire che quello da non fornire sarebbe lo spazio ad opinioni personali non supportate, e non a tutte le voci scientifiche competenti (ma, per esempio scettiche) sull'argomento. Ad esempio, suggerirebbe che il Prof. Battaglia, di cui non trovo particolari pubblicazioni relative all'argomento clima, non avrebbe avere particolari qualifiche per parlare da "esperto".

Sulla petizione dei 500, ritengo migliore la risposta di Climalteranti in quanto contiene letteratura scientifica verificabile. Ovviamente aperto a una discussione su eventuali controrisposte che contengano adeguati studi scientifici contrari.

Ancora saluti,

D/

Reply

disperato 11 novembre, 2019 19:23

Gentile @dragostea, è curioso l'esempio che fa al punto 5), infatti negli anni 40 e 50 negli USA migliaia di medici (non è un refuso, proprio migliaia) erano pagati dall'industria del tabacco per sostenere che il fumo fa bene e per proporre questa o quella marca di sigarette ai loro pazienti (del resto basta guardare alle pubblicità dell'epoca).

Se poi andiamo indietro di un secolo, primi del '900, i medici consigliavano ai loro pazienti, per rinforzare le ossa, l'acqua radioattiva...

Certo Lei obietterà che questa volta è diverso...(dove l'ho già sentita?).

In quanto alle posizioni preconcette (e perciò antiscientifiche) mi pare che siano le Sue, perciò credo che sia inutile continuare la discussione dato che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. La invito solo a guardare la correlazione statistica tra attività solare e temperatura del nostro pianeta, che è un buon punto di partenza per qualsiasi discussione seria sull'argomento.

In quanto all'accusa che muove al Pedante di portare "una punta di complottismo", beh Le consiglio, se vuole comprendere il livello di degenerazione del mondo scientifico attuale, di leggere il libro di Peter C. Goetzsche: "Medicine letali e crimine organizzato, Come le grandi aziende farmaceutiche hanno corrotto il sistema sanitario", non parla di cambiamenti climatici ma da un'idea di cosa sta diventando la scienza ufficiale.

Saluti.

Reply

Archiloco 11 novembre, 2019 20:56

Gentile @dragostea,

Se comprendo bene Lei sostiene che, visto che i 500 non sono attendibili, a suo (e di Mentana) insindacabile giudizio, allora non è corretto mettere in dubbio la realtà del mutamento climatico.

Bene. Io invece, Έιμι δ'εγω, le dico che visto che ormai dovremmo essere all'interno di una glaciazione (sono cresciuto con questa convinzione) i casi sono due:

- o la situazione è ancora peggiore del previsto per cui abbiamo meno di un lustro da vivere

- o dobbiamo tranquillamente lasciar perdere le favole nordiche ed occuparci di che cosa veramente vogliano da noi spacciando come emergenza un dubbio scientifico.

Lascio a Lei la risposta. Ma che sia convincente e documentata. Io non sono particolarmente versato in materia. Poiché vedo quel che capita con i vaccini, argomento di mio diretto interesse e inerente al mio lavoro, tendo ad essere incredulo. E a sperare, come dico spesso, di morire di morte naturale in un clima temperato e magari coi piedi a bagno...

Reply

Dragostea 12 novembre, 2019 10:47

Gentile @disperato,

L'esempio non era casuale, e mi duole che abbia capito l'opposto di ciò che intendevo (colpa mia, sono stato forse poco chiaro): basti guardare gli interessi delle compagnie petrolifere che hanno finanziato studi per contrastare l'idea del cambiamento climatico. Dia un'occhiata agli studi interni della Exxon, e della causa in corso negli Stati Uniti contro tale compagnia per avere mentito agli investitori. Dove sono gli interessi economici? Dalla parte di chi vuole dire che il petrolio e il carbone non hanno effetti, o della ricerca universitaria? Non voglio insultare la Vostra intelligenza.

La invito a controllare le sue affermazioni sull'attività solare come fonte primaria del riscaldamento climatico recente (100-150 anni), magari rifacendosi alla letteratura scientifica (il che, rappresentava il mio punto sul dare la parola senza fonti), oppure partendo dal sito della Nasa. Sono sicuro che non avrà problemi a trovare informazioni al riguardo.

Riguardo alla "punta di complottismo": mi dispiace sempre quando vedo discutere le motivazioni dietro ad una ricerca, invece che contestare i dati scorretti. E' più facile, ma non più utile.

Certamente non voglio abusare dell'ospitalità del Pedante (che ringrazio ancora per la sua risposta e per un articolo interessante,, pur non condividendolo) inquinando i commenti con una flame war. Mi fermo dunque qui

Buona giornata a tutti.

D/

Reply

Dragostea 12 novembre, 2019 11:00

Gentile @Archiloco,

Mi scuserà, ma il mio (o il Suo) giudizio sull'attendibilità della lettera dei 500 è poco importante. Quello che importa è se la controrisposta di cui ho dato un link sopra, che contiene puntuali risposte, fornite di letteratura scientifica a supporto (cosa che -- per esempio -- manca nella lettera originale, fornita di affermazioni non documentate) sia valida o meno, e se la letteratura al riguardo sia solida.

La sua convinzione di essere all'interno di una glaciazione, se mi permette, rientra nel merito delle affermazioni senza supporto di cui si parlava; quelle per cui sta a lei trovare prove per convincere altri, avendo l'opinione --non-- condivisa dalla comunità scientifica. Bizzarramente, sembra invece pensare che, qualunque sia la sua opinione, tocchi a me discuterla, senza che lei debba fornire una singola prova.

Come dicevo altrove, mi fermo qui, e ringrazio ancora tutti per lo scambio.

D/

Reply

disperato 12 novembre, 2019 12:06

Gentile @Dragostea, evidentemente sono io a non essermi spiegato bene, quello che cercavo di dire è che la ricerca scientifica non è più libera ed indipendente (ammesso che lo sia mai stata). Inoltre è veramente scorretto dire che le industrie sono contro la teoria del riscaldamento globale mentre le università sono a favore (vi sono anche industrie che producono pannelli solari, auto elettriche...), senza contare che i professori sono uomini come gli altri e talvolta possono essere comprati, come si evidenziava nel libro che Le avevo suggerito di Peter Goetzsche.

Esiste un documentario (temo che presto verrà cancellato dai padroni del discorso): The great global warming swindle, che spiega bene le ragioni della controparte, di quelli che Lei definisce ciarlatani, ma che sono professori universitari (almeno finché non li licenzieranno, cosa probabile dato il progressivo palesarsi della dittatura finanziario-mediatica in cui siamo piombati).

Sul riscaldamento climatico sta avvenendo, più o meno, quello che è accaduto con i vaccini: non esistono medici contrari per la semplice ragione che un medico contrario viene istantaneamente radiato e smette di essere un medico, purtroppissimo questa non è scienza ma violenta dittatura del pensiero unico ed è la negazione del metodo scientifico.

Io sul riscaldamento climatico la penso come Carlo Rubbia (premio nobel per la fisica, sempre che non glielo tolgano), e cioè che non dipenda dall'uomo.

Saluti.

Reply

Archilico 12 novembre, 2019 12:09

Gentile @Dragostea, intanto siamo a più 4 gradi e non a più 2 da ieri... Bruscamente. E la glaciazione era prevista negli anni 70 per l'inizio del nuovo secolo. Dagli stessi giornali ed enti convinti ora del riscaldamento globale. Che quindi é ben più grave di quanto ci appaia. O no? Un dilemma che mi toglie il sonno.

Reply

L'immeritocrate 10 novembre, 2019 09:11

Da ex specialista del settore, non posso che sottoscrivere senza riserve, ogni linea. L'ingerenza politica in questo ambito della scienza è stato uno dei motivi principali della mia disaffezione nei suoi confronti. Ingerenza che, mi creda, spinge in opposte direzioni a seconda del caso. L'ingerenza peggiore è probabilmente imporre di occuparsi di certi temi, da un certo preciso punto di vista, al di là del risultato finale. E ci sono oggi mille modi per imporre temi e punti di vista al mondo scientifico, non servono appelli di benpensanti.

(sempre un piacere continuare a leggerla)

Reply

Ndf 09 novembre, 2019 21:48

Non crede che la petizione e la commissione ssegre si muovano o meglio siano mosse verso lo stesso obiettivo cioè la sparizione del dissenso?

Reply

Bombadillo 09 novembre, 2019 19:35

.... sì, però -come già ti scrissi- non si capisce subito come si firma. In effetti, nell'articolo (intendo in quello, sul tema, precedente a questo) è indicato che bisogna mandare la email, ma se uno arriva direttamente sul quel sito, non trova nulla (o, almeno, nulla di immediato).

Credo che questo possa essere costato molto in termini di firme...ed è un peccato, visto l'interesse dell'iniziativa.

Tom

Reply

PiC 09 novembre, 2019 17:46

Ineccepibile.

Reply

Marco 09 novembre, 2019 14:15

"L'uomo è solo un animale che crede di essere Uomo".

N. Gomez-Davila

Reply

Eugene_with_an_axe 09 novembre, 2019 14:11

Mi permetto di reiterare questa sua frase:

"La prospettiva di una comunità scientifica autorizzata a divulgare solo i risultati graditi a un establishment esterno - come appunto le redazioni dei grandi mezzi di informazione - è un pericolo di molti ordini superiore all'eventuale innalzamento della temperatura del globo."

Reply

Klaria 09 novembre, 2019 20:12

Sottoscrivo ogni sua parola. E’ urgentissimo trovare il sistema per far sentire, a chi dà fiato esclusivamente alle proprie trombe, anche il suono delle nostre campane

Reply

Ganni 09 novembre, 2019 13:10

Parole sante!!! Applicabili ad ogni dove...... facciamole girare nel labirinto cerebrale.....saranno il nostro filo di Arianna.

Reply